Le sofferenze filtrano la nostra percezione del mondo

Per spiegare in che modo le sofferenze filtrano la nostra percezione del mondo uso spesso l’esempio della rosa.
Talvolta nella nostra vita ci capita di incontrare delle rose color rubino e davanti ad una rosa di questo genere spesso rimaniamo ammaliati, ci trasmette sicurezza, certezza, rappresenta un riferimento importante. In poche parole: appaga tutte le nostre certezze.
Ecco, in realtà siamo noi stessi quella rosa.

Poi lentamente il tempo passa, passano gli anni, ognuno di noi incontra le proprie sofferenze, i propri dolori, insomma la vita in qualche modo vive attraverso le nostre esperienze, attraverso il morire e il rinascere.

Le esperienze ci permettono di cogliere tutte le sfumature

A distanza di tempo ritroveremo quella stessa rosa e rimarremo stupiti nel vedere che non è più la stessa perché la sofferenza ci porta a vedere delle sfumature che prima non potevamo vedere. Riconosciamo in quella rosa l’arancione, il verde, il viola. I petali cambiano costantemente colore e noi non capiamo il perché.

La spiegazione è semplice: quella rosa viene filtrata dalla strada che abbiamo percorso durante la nostra vita e ogni passo, ogni fatica, ogni sofferenza, ogni dolore è entrato in noi e ha piegato in qualche modo la rosa che vedevamo prima. La rosa cambia colore perché a forza di vivere noi ci siamo liberati dei nostri limiti, delle nostre certezze e di conseguenza liberiamo anche la rosa di quella certezza di essere rosso rubino e accettiamo in qualche modo di non sapere realmente di che colore è. E così per noi essa è tutti i colori.

E’ nel vedere finalmente quelle sfumature che lasciamo liberi noi stessi dalla vita.

Ecco, penso che quando usciamo non dobbiamo andare a cercare ciò di cui abbiamo bisogno, ciò che è sicuro e ci trasmette sicurezza. Al contrario dobbiamo andare a cercare tutte le sfumature che la vita ci offre.

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