“Le crisi delle nostre memorie ci liberano dall’andare sempre nella stessa direzione”
Psicologo Brescia Davide Munaro
Psicoterapia ipnotica
Milton Erickson ha rivoluzionato l’utilizzo della psicoterapia ipnotica considerandola una spontanea e naturale condizione di alterazione della coscienza, e sganciandola da tutte le accezioni magiche attribuite negli anni. E’ di questo che si occupa la psicoterapia ipnotica medica.
L’ipnosi medica viene considerata come uno stato modificato di coscienza, talvolta spontaneo, altre volte indotta. Tale modifica di coscienza è il mezzo che ci consente di allacciare la parte più profonda della nostra mente.
Lo stato di ipnosi, o trance, è praticamente privo di azione terapeutica di per sé, e può raffigurarsi come una piattaforma sulla quale va a posarsi il procedimento psicoterapeutico. È all’interno di questo stato alterato di coscienza, che è possibile guidare e mandare dei messaggi analogici psicoterpeutici al nostro inconscio.
Esiste una differenza significativa tra ipnosi e psicoterapia ipnotica. L’ipnosi è quindi da considerare una condizione mentale, all’interno della quale è mettere in pratica una serie di interventi psicoterapeutici.
Diceva proprio Erickson “la mente inconscia è il deposito di tutte le esperienze della personalità, delle cose apprese dalla personalità e dagli atteggiamenti della personalità”; specificava che tale deposito, può essere alla base di determinati processi di guarigione nel campo organico e soprattutto in quello psichico.
Spesso i pazienti hanno difficoltà perchè la programmazione conscia ha limitato le loro capacità inconsce. Molti nostri cambiamenti sono impediti e limitati da schemi di riferimento mentali rigidi. Il fine della psicoterapia ipnotica è quello di spezzare le limitazioni degli atteggiamenti coscienti per lasciare che sia il materiale inconscio a risolvere il problema.
E’ una psicoterapia naturalistica e non direttiva perchè il suo fine è quello di far esplodere le risorse e i cambiamenti che sono già depositati dentro il soggetto.
Erickson diceva che non c’è niente di più delizioso che lasciare dei semi al vento, senza sapere che specie di fiore crescerà e dove crescerà. Con questa metafora sull’attesa e la pazienza invitava al cambiamento poiché “la vita non è qualcosa cui si possa dare risposta oggi, ma bisogna godere del processo dell’attesa, del processo del divenire ciò che si è.”