È autunno, state facendo una passeggiata in montagna, tra gli alberi che iniziano a spogliarsi e la temperatura che inizia a irrigidirsi. Arrivate sulla vetta e l’orizzonte si apre, il panorama della valle è proprio di fronte a voi.
Che cosa vedete?
Se foste un alpinista guardando una vallata, cerchereste di individuare degli ipotetici percorsi che siano meglio transitabili con senso pratico da escursionista.
Un artista, al contrario possessore di un elegante gusto estetico, resterebbe estasiato dall’intensità cromatica e dal soave tocco luminoso che si espande tra le creste.
Tutto ciò che potete vedere, sentire, percepire attraverso i vostri sensi, è frutto di un processo d’ interpretazione.
Esso vi permettere di attribuire significato alle cose che vi circondano, le sue sfumature sono molteplici e la sorgente di questo movimento non è altro che la nostra mente.
Il soggetto dell’osservazione è lo stesso, eppure l’approccio è completamente differente.
Sembra banale ma risulta essere precisamente il contrario quando cerchiamo di spiegare che cosa vediamo realmente noi.
La nostra coscienza, la nostra mente, cresce integrando gradualmente le nuove esperienze che immagazziniamo nel corso della vita.
È un’unità dinamica in continuo sconvolgimento, un uragano di sensazioni.
La psicoterapia cognitiva ha fatto suo questo concetto ed è giunta ad una considerazione d’estrema importanza: se è vero che la realtà è ciò che l’individuo mette di suo nella conoscenza, allora i disturbi mentali sono causati da un’errata modalità di pensiero che l’individuo ha sviluppato nel corso della sua storia personale.
Attraverso questa concettualizzazione è stato possibile creare una terapia che si focalizzasse sulla ristrutturazione del pensiero. Per formare un pensiero sano e positivo è necessario che una parte di esso venga generato.
È necessario dunque imparare a guardare le cose in modo positivo, a far valere i nostri punti di forza e qualità. Plasmare le proprie emozioni ed il proprio pensiero è un compito che richiede esercizio costante. Come tutte le cose è necessario insistere e ripetere.
Cambiare è possibile, smettere di soffrire non è un’ utopia. Si tratta solo di una questione di allenamento.
Esercitandoci alla sostituzione mirata dei pensieri negativi insieme ad un esperto è possibile giungere alla serenità. Raggiungere la propria serenità è il nostro obiettivo primario, ricordiamolo.