Si sta per concludere il periodo delle festività invernali, dei regali. Nelle mie zone si festeggia Santa Lucia già il 13 Dicembre. In altre l’Epifania, per tanti c’è il Natale. Immagino che molti di voi si siano ritrovati ad aprire pacchi e donare ai proprio cari qualcosa in questi giorni. Io, ai miei figli, ho deciso di regalare un viaggio, una città europea. Penso fermamente che possa essere il regalo migliore da fare alle persone che amiamo, specialmente ai bambini. Scambio volentieri oggetti per fare un investimento sul loro futuro. Il vero investimento è il vivere, interagire con la vita.
Spendiamo la vita ad appropriarci di molte abilità teoriche, quelle che gli inglesi chiamano skill. Non fraintendete il discorso, è molto importante saper programmare, saper contare, sapere. Ma c’è sempre il rischio rimangano abilità senza delle vere finalità. Creiamo un impianto teorico, ma non lo sappiamo mettere in pratica.
Non è tanto il cosa sai fare ma più un come fare; è conquistare una visione di insieme, sapersi muovere. Questo, secondo me, passa anche attraverso il viaggio, attraverso il contatto con realtà diverse dalla propria. Non è solo un contatto tra più culture, ma anche con tutte le realtà che tendiamo a nascondere: il mondo del ragazzino abbandonato che vive sulla strada e la sua storia, la donna sfrattata, il mondo dei litigi in strada. Il mondo in cui non ci sono certezze.
È un mondo che spaventa, per certi versi, e spaventa tutti, grandi e piccoli. Ma questo è il mondo, è all’interno di questa realtà che i nostri figli devono crearsi una mappa mentale, all’interno di questo mondo devono imparare a mettere insieme i pezzi. Inutile avere tante abilità senza la vera intelligenza: saper giocare in questo mondo la propria partita.
Non si può pensare solo di proteggere, di chiudere le persone che si amano in una bolla di vetro. Possiamo invece accompagnarle e guidarle alla scoperta delle possibilità infinite della vita.