Passiamo gran parte del tempo a cercare di afferrare l’istante che abbiamo perso.
I momenti sono volatili, li godiamo e sfuggono immediatamente, soffiati via da una folata di vento. Gli avvenimenti della vita diventano meravigliosi proprio perché finiscono, ci scappano dalle mani. Possiamo ripensarli e sorridere, ma non possiamo intrappolarli in un vaso di vetro come una lucciola, da bambini.
Ho la percezione che molte persone invece che chiudere gli occhi e ricordare quanto bello, profumato ed appagante fosse ciò che hanno avuto si girino a fare guerra alla vita stessa. Invece che rimettersi in pista alla ricerca del prossimo regalo della vita scelgono di rimanere fermi e di odiare. Vogliono avere di nuovo fra le mani quei momenti, ciò che non possono più vivere. Rimuginazioni, pensieri, subentra la dannazione.
Così la vita sfugge. Magari è la situazione di molti di voi; è comune intorno a me. In questa trappola dobbiamo renderci conto di quanto tempo abbiamo sprecato a dannarci invece di aprire gli occhi. Siamo arrabbiati, come un bambino quando la mamma non ci compra le figurine per il nostro album. Vogliamo che la vita ci restituisca la cosa che ci ha fatto perdere. Ma era proprio la vita ad averci regalato la stessa esperienza che ora ci manca, e quando ce la porta via diventa immortale, entra dentro di noi.
Always forward, dico sempre ai miei figli.
Spesso è questione di un attimo: alzare la testa, guardare avanti, tornare a respirare a pieni polmoni può bastare per accorgersi che la vita continua a darci tantissimo, e l’avrebbe fatto anche mentre eravamo intrappolati nella nostra rabbia. Dovremmo sempre andare avanti, far scorrere, fluire; è facile farlo quando la vita ci sta rendendo felice, più difficile nei momenti più neri. Ma i momenti sono difficili anche perché non riusciamo più a riaprirci al mondo, siamo parte del nostro umore, e del nostro cambiamento.
Always forward. Sempre avanti.