Che coraggio ci vuole per guardarsi dentro.
Spesso passeggio sulla riva del mio lago di Garda, guardo l’acqua e non posso fare a meno di riflettere su ciò che c’è oltre, ciò che non si vede, ciò che c’è in profondità. Anche nella nostra vita e nei nostri comportamenti possiamo fermarci sulla superficie dell’acqua oppure scegliere di guardare più in profondità, guardarsi dentro per affrontare la vita in modo diverso.
Rimanere in superficie significa trovare un modo per appagare l’idea che ci siamo fatti del mondo e tutelarla. È una cosa facile. Mentre ammettere che oltre quell’idea, oltre quella verità, ce ne possano essere altre è più complicato. Significa ammettere che ci possano essere dei mondi diversi che altro non sono che idee nuove del mondo, e questo è straordinario. Significa saper guardare oltre, e quindi anche saper guardarsi dentro, in profondità.
Cercare di andare oltre l’apparenza degli eventi.
Pochi lo fanno, pochi riescono ad aprire quella porta perché aprire quella porta, che non ti aspettavi che fosse aperta o addirittura che ci fosse, significa ammettere che non puoi controllarne l’esistenza. Che non è ripetibile. Che in ogni luogo può accedere qualcosa di straordinario o di tremendo.
Ma è l’unico modo che conosco per vivere.
E così, andare oltre significa morire con le cicatrici, con i pianti di dolore che non sono nient’altro che la vita che abbiamo incontrato, ma soprattutto morire con il sorriso per tutto ciò che abbiamo vissuto.
Oltre la superficie dell’acqua c’è tutto un mondo da scoprire.
Ti va di leggere altri pensieri sul mondo della psicologia? Ogni settimana condivido una riflessione, spero di esserti di aiuto.