Quando si è realmente consapevoli di esistere?

Oggi ho visto una farfalla e mi sono trovato a domandarmi: una farfalla è consapevole di esistere? Lo è anche quando si appoggia su una superficie del suo stesso identico colore? Una farfalla verde è conscia di esistere quando è su un muschio verde chiaro dello stesso colore delle sue ali?
La mia prima risposta, quasi istintiva, è stata che probabilmente sì, pensa di esistere esattamente allo stesso modo di quando vola. Eppure, ripensandoci bene, mi sono detto che forse in realtà potrebbe saperlo un po’ meno. Penso che per poterci rendere conto di esistere abbiamo bisogno sempre di confrontarci con qualcosa che sia diverso, sono le diversità che ci fanno capire che esistiamo.

Il contrasto con il diverso fa emergere le nostre sfumature

È quando incontriamo ciò che non ha nulla a che fare con noi che viene a galla il nostro vero riflesso. E, in qualche modo, un contesto completamente uguale a noi se da un lato ci dona benessere e tranquillità, dall’altro non porterà mai a galla le nostre sfumature.
Ecco allora che forse dobbiamo porci una domanda molto importante: quando si ha realmente la consapevolezza di esistere? Tanto più incontriamo ciò che ci fa soffrire, ciò che non è conforme a noi. È questo che ci fa crescere e splendere, esattamente il contrario di ciò che tutti ci hanno sempre fatto pensare.

Parlo spesso di questo anche alle coppie, perché questo aspetto delle diversità che mettono in evidenza i punti di forza è un aspetto fondamentale dei rapporti di coppia.
I rapporti di coppia servono proprio per far splendere parti di noi stessi che neanche noi conoscevamo.
Non servono solo per darci sicurezza e stabilità, se così fosse ci annullerebbero completamente, in poche parole ci distruggerebbero.

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