Fermiamoci un istante. Prendiamo del tempo dalle nostre vite quotidiane per riflettere su una cosa.

Ognuno di noi vive un’esperienza diversa particolare e differente da quelle degli altri: abbiamo i nostri valori, i nostri vizi, i nostri pensieri e le nostre virtù.

Nonostante tutti questi differenti punti di vista che ci separano, condividiamo tutti una stessa cosa: il mondo, il presente.

Possiamo chiamarlo in diversi modi ma in sostanza tutti noi ci spartiamo un pezzo di quella che definiamo realtà.

Ora uscite di casa e guardatevi attorno, concentratevi su quello che vi circonda. Il movimento impresso dal vento sui rami delle piante, il muro a cui mancano delle pietre, al lampione che non funziona oppure alla pensilina con il manifesto consumato dalla pioggia.

Se vi concentrate sulla realtà vi accorgerete di cose che non avete mai notato.

Badate bene, uscire solo una volta non basta. Il segreto è ripetere questa azione molte volte.

Il pittore francese Claud Monet lo sapeva, dipinse circa 250 volte le stesse ninfee che stagnavano nel suo giardino. Per 250 volte lo stesso soggetto.

Apparentemente uno si potrebbe chiedere il perché di questa cosa, ma per chi ha avuto l’occasione di vedere i suoi dipinti risulta immediata: le ninfee non erano mai le stesse.

Meglio, lo erano, ma ogni nuovo sguardo, quelle ninfee si rinnovavano, acquistavano un differente significato, con un nuovo particolare, spunti innovati e riflessi di colore mai scoperti.

Allo stesso modo la nostra realtà è soggetta ad un continuo cambiamento, lento, inesorabile.

Destinato ,come tutto, a mutare radicalmente.

Uno dei problemi che noto più frequentemente tra i miei pazienti è appunto l’incapacità di far fronte ad una realtà in continuo mutamento.

Siamo stati educati con la concezione che il mondo sia immobile.

Ci ripetono: “abitudini e la rigidità sono salutari”, ma questo è solo parzialmente vero.

Questo non aiuta accade un fatto inatteso, del tutto improvviso.

Quando avvengono questi cambiamenti difficili da metabolizzare ci troviamo sperduti.

Il nostro cervello ha delle strategie per semplificare ciò che vede, questo ci rende veloci, ma non possiamo di certo analizzare meticolosamente tutto ciò che ci circonda!

Ed ecco l’errore fondamentale: dare per scontato che tutto nella vita rimarrà immutato.

Abituiamoci ad accettare l’imprevedibile, a considerarlo come opzione, come un’ opportunità. Ciò che oggi è considerato dogma domani potrebbe essere messo in discussione e viceversa, alcune nostre sicurezze potrebbero crollare in un istante. Tutto questo fa parte della vita, ed il nostro pensiero si trova al centro di questo enorme processo senza fine. Diventare aperti al cambiamento è una chiave per educarci alla serenità.

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